SINTOMATOLOGIA

Il cancro al colon rettale è una forma di cancro che colpisce il colon (l’intestino crasso) e il retto, due parti importanti del sistema digestivo. Questo tipo di cancro può svilupparsi lentamente nel corso di molti anni, a partire da piccole crescite anomale chiamate polipi che si formano nella mucosa del colon o del retto. Non tutti i polipi diventano cancerosi, ma alcuni di essi possono evolversi in tumori maligni. La sintomatologia del cancro al colon rettale può variare da persona a persona, ma alcuni sintomi comuni includono:

  • Cambiamenti nell’abitudine intestinale: come diarrea persistente, costipazione o una sensazione di incompleto svuotamento dell’intestino dopo l’evacuazione;
  • Sangue nelle feci: possono comparire tracce di sangue rosso brillante o feci scure, che possono indicare la presenza di sanguinamento interno.
  • Dolore addominale persistente: può manifestarsi come crampi, dolori, gonfiore o sensazione di pienezza nell’addome.
  • Affaticamento e debolezza: il cancro al colon rettale può causare anemia, che si traduce in una riduzione dei globuli rossi nell’organismo, portando a una sensazione di stanchezza e mancanza di energia.
  • Perdita di peso involontaria: sebbene non sia un sintomo sempre presente, la perdita di peso non spiegata può essere un segnale di allarme.

METODI DI DIAGNOSI

In presenza di sospetto clinico di cancro al colon rettale la diagnosi deve partire dalla visita del paziente (esame obiettivo) con esplorazione rettale che non provoca controindicazioni nella quale il medico dopo aver indossato un guanto lubrificato esplora l’ampolla rettale.

Metodi di diagnosi: esame obiettivo, esami ematochimici(per presenza anemizzazione), ecografia addominale (non invasivo poco costoso per individuare presenza masse) in presenza di sangue nelle feci e dimagrimento colonscopia (definizione).

SCREENING NAZIONALE DEL CANCRO COLON-RETTALE

La ricerca di sangue occulto (nascosto) nelle feci (SOF), eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni. Questo esame consiste nella raccolta di un piccolo campione di feci (effettuabile a casa) e nella ricerca di tracce di sangue non visibili all’occhio nudo. In caso di positività il paziente viene indirizzato alla colonscopia.

 

  • COLONSCOPIA E RETTOSIGMOIDOSCOPIA

Nel caso si verifichino tracce di sangue, i programmi di screening prevedono come esame di approfondimento una colonscopia, che a differenza della rettosigmoidoscopia permette di esaminare anche gli altri grandi tratti dell’intestino. Consiste nel prelevare direttamente un pezzetto di tessuto (biopsia), e procedere subito con l’analisi istologica, cioè l’esame diretto del materiale estratto. Quest’ultima oltre ad essere estremamente efficace a livello diagnostico, lo è anche a livello terapeutico, poiché consente, in caso di presenza di polipi, di rimuoverli nel corso della stessa seduta. I polipi, successivamente rimossi, vengono in analizzati, in base al loro numero, dimensioni e caratteristiche.

La colonscopia può essere applicate per rilevare patologie come il morbo di Crohn, la colite ulcerosa  e la diverticolosi.

 

TAC

La TAC è utile nel riconoscimento di eventuali metastasi, mentre ecoendoscopia e risonanza magnetica per classificare l’invasione loco-regionale del tumore del retto. Ecografia, tomografia computerizzata (TC) e risonanza magnetica sono utilizzate poi per valutare l’estensione del tumore stesso e la presenza o meno di metastasi a distanza. L’analisi del profilo molecolare del tumore, ossia dei geni espressi e delle loro alterazioni, viene effettuata sulla biopsia di tessuto prelevata mediante colonscopia e/o durante intervento chirurgico e può servire a definire meglio la prognosi e la terapia: alcune alterazioni sono associate a un andamento migliore o peggiore della malattia e alla sensibilità ai farmaci disponibili, anche immunoterapici.

 

SISTEMA TNM

Il sistema TNM è il più utilizzato per la stadiazione dei tumori, ovvero l’assegnazione di uno stadio. In questo sistema la lettera T indica la dimensione del tumore, la N il coinvolgimento dei linfonodi e la M la presenza di metastasi. In base poi allo stadio di malattia sono stabilite le migliori opportunità di cura. Per valutare la gravità della malattia si misurano i livelli di CEA, una proteina prodotta in grande quantità dalle cellule tumorali del colon-retto, attraverso esami del sangue. Monitorare questo valore è utile per verificare se la chemioterapia è efficace.

Non sempre è affidabile in quanto non tutti i tumori del colon-retto lo esprimono.

 

CONSULENZA ONCOGENETICA

da riservare ai pazienti giovani (sotto 50 anni) e in presenza di più familiari di primo grado affetti dalla stessa patologia